parole inutili
Succede, neanche troppo raramente, di incontrare parole e testi capaci di suscitare riflessioni o di mettere in moto pensieri e ricordi.
Oggi pomeriggio ho trovato questo. L'ho letto e poi riletto, l'ho meditato.
Ho interrogato me stessa sul mio rapporto con la scrittura.
Ho rivisto tutte le lettere composte per amici o persone a me care, mai inviate, mai consegnate.
Parole e messaggi incisi su fogli sparsi dopo un litigio, dopo una notte di confidenze, dopo una giornata allegra, dopo essermi scoperta innamorata, dopo incomprensioni e momenti di rabbia.
Ma i destinatari, quelle parole dedicate a loro, non le hanno mai lette.
Quegli scritti finivano inevitabilmente rinchiusi nei cassetti o raccolti tra le pagine dei taccuini.
Dimenticati mai. A volte li ho trasformati in piccoli racconti, altre volte son diventanti post di questo blog.
Altre ancora restano lì, come lettere prive di francobollo non accettate all'ufficio postale.
Amo scrivere, imprimere su carta riflessioni o ricordi.
Ma di quelle parole sono gelosa. Anzi, è proprio la consapevolezza che nessuna di quelle lettere verrà mai stretta dalle mani del destinatario a liberarmi e svincolarmi da remore o timori.
Questi scritti mi aiutano a mettere ordine tra i pensieri, a tracciare il punto della situazione, a comprendere la natura dei miei sentimenti e delle paure.
Scavo in me stessa scoprendomi all'Altro, ma in realtà per lui non sarò mai spoglia.
Eppure adesso mi sento a disagio. E' come se una vocetta nascosta si divertisse a sussurrami che il mio rapporto con la scrittura è incompleto.
Gli manca un passaggio.
Quello in cui il fiume si getta nel grande mare.
Manca la verità, il confronto, il coraggio.
Ogni dichiarazione d'amore si sente inutile se non c'è un'Amato ad ascoltarla.
Diverso è il rapporto instaurato con la scrittura quando in mezzo c'è la parola lavoro.
In quel caso è proprio la consapevolezza di essere letta a darmi la spinta necessaria.
Lo scopo è far giungere un messaggio.
Il mio compito è trovare il modo migliore per trasmetterlo.
Ciò è stimolo, è forza, è sfida.
Ma in questo istante c'è un urlo di poesie sepolte e parole svanite che mi tormenta il cuore.
Forse ti manca quella spinta in più che ti permetterebbe di recapitare le lettere ai rispettivi destinatari...Ma sei sicura di volerle davvero recapitare?
RispondiEliminaBesos
Betta^^
tesoro mio, le parole sono davvero pericolose... finchè sono solo nostre le sappiamo arginare, se rompono le nostre difese ed escono all'esterno... cosa mai possono fare ai cuori degli altri?
RispondiEliminaLe parole possono davvero essere pericolose, ma sono sempre anche preziose. E come per certi tesori, bisogna valutare bene se mostrarli o no. Però verrà sempre prima o poi il momento per farlo. :-*
RispondiEliminaquando ero una giovane marmotta (tre ere geologiche or sono) conservavo le copie di tutte le lettere che scrivevo (a mano ovviamente) e anche quelle che ricevevo, con particolare riguardo verso le donne con cui avevo condiviso qualcosa che ritenevo "straordinario". Mi sembrava che la condivisione dei momenti straordinari si fissasse nella carta e fosse possibile riviverla rileggendola ogni tanto.
RispondiEliminaCi ho messo decenni per separarmene; quindi capisco bene la refrattarietà a conservare, come quella a spedire. Far volare un'emozione "scritta" e deporrla nelle mani di qualcuno è un grosso rischio, ma anche un'occasione.
Un giorno ho riempito il camino con una catasta di carta e ho bruciato tutto.
Mi ero accorto che le parole più belle erano quelle non scritte e che i sentimenti più profondi... erano celati tra una parola e l'altra.
E guardai il fuoco molto soddisfatto
Pieffe
Betta, non sono sicura di volerle recapitare.. però a volte vorrei tanto far sapere ad alcune persone i miei pensieri più nascosti e proprio non ci riesco. Quindi spero sempre di riuscire ad inviare una bella lettera. ^^
RispondiEliminaDice bene la Placida Mitì. Se arriverà il momento giusto, probabilmente le mostreremo.
Però credo sia anche necessario capire quando è il caso di tenere certe parole solo per noi.
G, dici "cosa mai possono fare ai cuori degli altri?"... non lo sò, ma a volte mi piacerebbe saperlo.
Pieffe, che bello vederti da queste parti ^_^
Io non riuscirei mai a bruciare gli scritti conservati. Almeno adesso. Ho troppa paura di dimenticare alcune cose se le fisso con l'inchiostro (o la tastiera). Ho paura di smarrire momenti, pensieri.
Anche se ciò che celiamo nel cuore è più prezioso e i sentimenti sono più veri dove possono essere solo se stessi.. però il fuoco fa tanta paura. Quando la cenere si disperde, si può solo guardare avanti. Ma io mi sento sempre troppo ancorata al passato e ad ogni segno del suo passaggio.
Semmai cambierò idea e brucio tutto anche io, vi farò sapere, eheh^^
ah per me separarmi dal passato o da un oggetto è un'impresa impossibile... ci fisso pezzi di me sopra, non li posso perdere...
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