mercoledì 5 marzo 2008

Sull'autobus...

E' da qualche mese ormai che la mattina prendo l'autobus per recarmi al lavoro.
Non ho l'abbonamento annuale, né quello mensile, né tantomeno il settimanale.
Solitamente acquisto il biglietto prima di salire a bordo, presso l'edicola più vicina a casa.
Alcune volte ho comprato il carnet di dieci biglietti, in modo da non dovermi scomodare ogni volta, almeno per qualche giorno.

E poi arriva un lunedì mattina in cui non mi ritrovo nessun biglietto in tasca, senza contare che da casa stavo uscendo in ritardo, quindi niente edicola, pazienza, mi dico, lo comprerò a bordo anche se mi costa 0,50 cent in più.
Peccato solo che dopo due minuti rimango a bocca aperta di fronte alla conducente, una signora bionda dallo sguardo materno, che afferma dispiaciuta: "non li ho, li ho finiti ieri a fine servizio e non li ho ancora acquistati".
Lì per lì non sò cosa dirle..nel tragitto che collega casa mia all'ufficio salgono spesso dei controllori (in particolare proprio il lunedì), una multa non mi va proprio di prenderla, l'autobus riparte ma io già pensavo di scendere alla fermata seguente, quando la signora conducente domanda ad alta voce: "c'è qualcuno qua dentro che ha un biglietto in più e può rivenderlo a questa ragazza?"
Speranza lieve.
Subito infranta da un'onda di sguardi freddi, gelidi e taglienti, scandalizzati, accusatori, della serie "è salita senza biglietto, cavoli suoi, magari voleva pure la furba, non gli venderei un biglietto nemmeno se ne avessi altri venti in tasca".

Pazienza.
L'autobus si avvicina alla nuova fermata, sorrido benevolmente alla conducente e mi appresto a scendere.
"Aspetta, ti dò il mio".



E' un ragazzo dalla pelle lievemente scusa, dai tratti somatici stranieri.
Mi porge un biglietto un pò sgualcito, come fosse stato stretto lungamente in mano.
Tento di dargli i soldi corrispondenti al prezzo, ma non li vuole.
Insiste con forza, non mi permette di pagarlo.

Ringrazio, timbro, mi siedo.

E guardo quel biglietto. Che sembra raccontarmi la storia di un ragazzo che forse i biglietti non li timbra mai. Che sale sull'autobus e siede in avanti, tentando di scorgere ad ogni nuova fermata la sagoma di un'eventuale controllore, per convalidare quel pezzo di carta in tempo, prima che le macchinette vengano disabilitate dal conducente. Altrimenti prosegue il suo viaggio gratis.
Mi racconta la storia di un ragazzo che ha stretto quel biglietto in mano per molti giorni, si vede dalle pieghe della carta, in corrispondenza delle quali il colore giallo limone è andato quasi via, lasciando il posto ad un reticolato bianco. Anche le scritte rosse e nere sembrano sbiadite. Forse a causa del sudore della mano. Un biglietto compagno di più viaggi, a differenza mia che ad ogni corsa d'autobus ne getto via uno.

Ho come la sensazione che non mi abbia permesso di pagarlo perché lui in fondo, quella stessa corsa d'autobus, la stava attraversando "gratuitamente".
Io invece avevo chiesto di pagare e in alternativa rinunciavo al servizio.
Quel ragazzo mi ha permesso di proseguire il mio viaggio tranquilla.
Sarà lui a scendere non appena la figurina nera si staglierà all'orizzonte della strada. O forse non farà in tempo perché questa volta non la riconoscerà, e si prenderà una multa, lui, che con quell'unico biglietto aveva percorso molte strade.

Lo sò bene, sono fantasie. Divagazioni. Ma il suo sguardo, nell'offrirmi quel biglietto, era tenero, colpevole, umile, basso. E durante il resto del tragitto ha continuato a guardare fisso la strada avanti a sè, con attenzione, come fosse un animale in procinto di fiutare il pericolo.
Ma sono fantasie.
Ciò che resta davvero è il suo gesto.

Inaspettato.

Grazie.

Perché anche i piccoli gesti meritano due parole.

10 commenti:

  1. Mah, nonostante il mio ben noto cuore nero, sono d'accordo.
    La maleducazione generale inizia a stancarmi, le piccole cose come queste dovrebbero essere sempre apprezzate. Detto questo: a Rimini a bordo c'è il sovrapprezzo? Non potrebbero montare dei semplici " così" che stampino il biglietto in automatico?

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  2. Si, a Rimini c'è il sovrapprezzo: da 1 euro a 1,50.
    I semplici "cosi" che stampano il biglietto automaticamente sarebbero comodi, ma non ci sono.
    O il conducente ha il biglietto o niente. A volte capitano anche i conducenti che non hanno voglia di fartelo e amen, non puoi protestare.
    Solitamente fanno storie con gli stranieri.

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  3. non è giusto, anche io una volta mi sono trovato in una situazione simile, ma col cavolo che ho ricevuto aiuto (anzi, mi trattò male anche il conducente).
    Saranno stati gli occhioni azzurri da bambola a lasciar scaturire tutta questa cortesia? ;)

    A parte tutto è una bella storia: solitamente amiamo farci gli affari nostri, non ci piace scomodarci per dare retta ad uno sconosciuto, figuriamoci regalargli un biglietto d'autobus, un francobollo, un caffè.
    Mi piace leggere simili vicende (e poi mi hai quasi convinto sul fatto che il "biglietto ceduto" fosse l'unico biglietto in mano al ragazzo..sei donna e su queste cose non ti sbagli ;) )

    F.G.

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  4. Da me purtroppo nn si possono acquistare i biglietti sul bus direttamente...
    Ma riguardo al gesto di quel ragazzo è bello vedere che cmq la civiltà e l'educazione nn sono del tutto sparite.
    Che anche un piccolo semplice gesto può rendere la nostra giornata migliore.

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  5. Marea, ti ho risposto direttamente sul blog. Ma se vuoi cercami anche qui: francescapacini@stylos.it.
    Non mollare.
    Leggi le righe di risposta, non sparire. Ti sento, tanto.

    Un abbraccio forte

    Francesca

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  6. D tesoro mio, io amo la tua mente così fantasticatrice :occhidolci:

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  7. Fantasticatrice ha una forte assonanza col termine incantatrice...

    non che le due cose siano separate.

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  8. Sarebbe in argomento raccontarvene un'altra, sempre a proposito degli autobus, che mi è accaduta ieri, ma la vergogna mi impone di tacere.
    Diciamo che la storia coinvolge me, due controllori, e un abbonamento che , giuro, CREDEVO di aver timbrato...

    XDDDD

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  9. fantasticatrice, si, mi piace *_*

    Marco, a me alcune volte è capitato di timbrare male il biglietto (in realtà l'avevo timbrato dal lato opposto, sul resto, o semplicemente... lo avevo inserito poco nella macchinetta obliteratrice e quindi la stampa di data e ora lo aveva mancato!)
    Solo che poi i controllori credono sempre alle mie spiegazioni, eh eh eh ^^

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