giovedì 15 maggio 2008

una Notte

Dormivi.
All'improvviso il dolore ti si è piantato nel petto.
Un sobbalzo sul letto, silenzio, una tortura straziante che trafigge ancora e ancora.

Sconcertato, in preda al panico, in balia di un malore sconosciuto, con il corpo che duole improvviso e feroce, con l'angoscia che cresce perché in casa non c'è nessuno e non arrivi nemmeno al telefono... Istanti eterni trascorrono, mentre un'ombra invisibile ti schiaccia.

E' poi succede, inevitabile.

Non hai avuto il tempo di fermare il pensiero che hai già immaginato la tua morte.
Con una lucidità pazzesca, senza senso.
Li vedi il giorno dopo mentre ti cercano, provano a telefonarti, arrivano a casa tua, aprono la porta.
Immagini le reazioni di chi riceverà la notizia, per telefono, perché son tutti lontani; dove un grido, dove un silenzio, frasi di circostanza per alcuni, un dolore indicibile per altri.

Stranamente, questo pensiero, ti porta sollievo.
Si, sei giovane, la voglia di vivere non manca, ma l'idea della morte diventa accettabile finché sei sicuro che qualcuno piangerà per te.

Una fitta più profonda delle altre ti strappa via dal torpore suscitato da questo egoismo consolatorio, il dolore è sempre lì, che batte e sbatte, nel petto, nel braccio, il cuore pulsa così velocemente che lo senti materialmente infilato nella gola.
E' insopportabile.
Trovi la forza.
Arrivi al telefono e chiami.

5 commenti:

  1. >l'idea della morte diventa accettabile finché sei sicuro che qualcuno piangerà per te.

    La morte bisogna comunque accettarla, non c'è altra scelta.
    Poi certo, sono d'accordo che è sempre bello sapere che qualcuno ti piangerebbe. Ma ancora più bello, e indispensabile, è avere quelle stesse persone, con cui ridere, quando ancora sei in vita.

    RispondiElimina
  2. Ma certo, o la accetti o meno, in ogni caso devi subirla.
    L'accettazione della morte, come la intendo nel post, è solo uno stato d'animo.. una consolazione, se vogliamo, anche infantile.
    E' il passare dal terrore, in pochi attimi, all'auto-consolazione.
    A volte basta una sciocchezza per sentir svanire la paura, poi per una stessa sciocchezza essa ritorna.

    Nei momenti in cui stai male e il cervello non può far a meno di girare attorno alla parola "fine", capitano anche questi strani pensieri.

    Un attimo sei turbato, un attimo ancora e nulla ha più importanza. Un istante la paura, un altro la rassegnazione, poi la voglia inutile di ribellarti (a cosa? a chi?), poi di nuovo il sollievo.

    Si... sono attimi strani.

    RispondiElimina
  3. Marea nn farci più prendere certi spaventi mi raccomando! Però spaere che c'è qlc che sicuramente ti piangerà forse davvero allevia la paura....ogni tanto ci penso pure io

    RispondiElimina
  4. >
    Si... sono attimi strani.

    E' la morte ad essere una cosa strana, di suo. E' uno di quei contrasti di colore talmente accesi rispetto al resto del fondale ( anzi, forse è il contrasto più acceso di tutti ), che resti a guardare la tela per ore.
    Forse in realtà non è così strana, siamo noi che leggiamo male il quadro.
    O forse no, devo pensarci.


    In ogni caso, non so se ci siano elementi veritieri che hanno ispirato il pezzo da te scritto, ma ultimamente soffro anch'io di strani dolori al petto. Siamo diventati dei vecchiarelli :))

    RispondiElimina
  5. Eh si, in questi giorni mi sento proprio vecchiarella...

    ^^



    Betta, spero proprio di far prendere paura a nessuno, nemmeno a me XD

    RispondiElimina