lunedì 28 maggio 2007

Sotto il Cielo di Brisighella

Forse altezzosa, certo guardiana, domina il borgo e domina il passante, rugosa e bella come antica quercia.


Ignaro il Tempo s'illude di sostare, lei a dispetto esibisce ore, sferza incessante le lancette, canta imperterrita costanti scatti di trattenuta ferocia.

E' sigillo di quell'Uomo che ha plasmato dirupi, conformato a sè fianchi scoscesi, con la stessa pazienza di quando ha modellato l'argilla, di quando poi l'ha essiccata, cotta, smaltata e a suo capriccio decorata.

Proprio qui ha chiamato Arte la ceramica, ha ammonito il Tempo, ha ricamato l'arduo monte.
Proprio qui, l'Uomo.

Restano sigilli le stradine furtive, sottili come lingue antiche, che deliziose si incespicano, si strozzano, poi spaziano, costeggiano casette, palazzine, caseggiati, chiese e colori, arancioni e gialli, vivi e caldi.

Liberare il pensiero è involontario, ti sfugge veloce e più non lo riacchiappi, procedi senza meta, ma ti illudi.
In realtà è un percorso già segnato, giungi a valle, forse sali al colle - Eccolo! - lo riprendi, volteggiava ubriaco del sapore antico di un borgo ancora vivo.

E' così facile immergersi in questo inebriante vuoto di emozioni, stracolmo di sopite nostalgie, custodito da un torrione senza più soldati, governato da un palazzo senza più un re.


E' qui, sotto un cielo di panna e perla, dove mi smarrisco sbigottita e lieta, che finalmente
assaporo
il tanto anelato
"non pensare a niente".

martedì 22 maggio 2007

E Maggio mi Donò un Giardino




"Allora, che ne pensi?.. Ti piace?"

prima di rispondere mi concedo un ultimo sguardo intorno.





Conosco ormai il Valico, i suoi pendii selvaggi,
il suo tortuoso vagare, infinito, inebriato dall'arsura all'orizzonte.
Inaspettatamente ho scovato un angolo disteso, piccolo straccio di terra, custodito come bimbo dormiente.. ammirandolo ho sognato un giardino.

Ci sarà da lavorare, non lo ignoro.

Ma il lavoro non pesa quando è desiderato.

Seminare, annaffiare, carezzare germogli è ciò che bramo adesso.
Comporre sinfonie di colori e armonizzare fragranze melodiose.

Ma coltivare vuol dire fermarsi.
Assaporare il tempo. Abbandonare la corsa.
Dedicare gli attimi per incastonare ogni petalo, per scrivere un canto che risuona di nostalgia.

Benchè solo sognato, é un giardino che in fondo già profuma di casa,
che si tramuta in grotta,
delicato come vetro e furioso come tormentose onde,
che narra storie e fiabe insonni,
che profuma di mare e di neve.

*********

Qua sul Valico non ci sono ripari, nè fiori.
Tira solo tanto vento, sotto una Luna che guarda lontano.

Eppure è il posto adatto per lasciarsi aggrovigliare dalle fantasticherie.


"Si..mi piace.
Pensò che sosterò a lungo"




B
uona nascita.