mercoledì 23 aprile 2008

Le posso dire Grazie?

Quanto
sono irritanti quei passeggeri che all'improvviso urlano "Dietrooo"?
Nel momento in cui l'autobus si era fermato, l'autista ha aperto la porta anteriore per far salire, la porta centrale per far scendere. Quella in fondo all'autobus è rimasta chiusa, non per capriccio o dimenticanza, ma semplicemente perché nessuna delle persone sedute in fondo ha spinto il pulsante rosso che "chiama" la fermata.
Quelli del centro han suonato. Quelli seduti indietro no.
E adesso c'è un tizio che urla "Dietrooo", proprio quando l'autobus sta per ripartire; ha un accento slavo per giunta.
No, diamine, qui dentro non urla nessuno e soprattutto nessuno avanza pretese senza prima chiedere come si deve, non sono il servo di nessuno io, men che meno di uno straniero!
Questo pensiero deve aver attraversato in un lampo la mente dell'autista perché allo scoppio del "Dietrooo" lo vedo voltarsi con un ghigno cagnesco e sento urlare: CHE CAZZO VUOI? SE VUOI CHE TI APRO DIETRO DEVI SUONARE!!"
Mi volto, in fondo c'è un uomo e una donna con un bimbo in carrozzina.
Muti.
Era lei che doveva scendere, lui ne ha solo notato la difficoltà a muoversi agilmente.
Lei non ha strillato, ma probabilmente dev'esserle passata un espressione di sconforto sul viso e la voce dell'uomo si è sguinzagliata al suo posto senza troppi freni.
Un graffio feroce all'orgoglio è ciò che provoca la vista dei due passeggeri all'autista; nervoso e imbarazzato si gira in avanti, apre la porta chiusa, poi si abbandona ad un nuovo urlo: "IO NON POSSO SOGNARMI QUANDO DOVETE SCENDERE E DA DOVE! DOVETE SUONARE!"
L'uomo aiuta la donna a scendere. Poi siede. La porta posteriore si richiude.
Stiamo per ripartire, ma la voce slava si alza di nuovo... "Grazie".

Vale
quanto e più di un uomo la giovane donna che sale sull'autobus con bimbo in carrozzina e due sportine della spesa belle piene.
Quando l'autobus le si ferma dinanzi, stringe la plastica tagliente delle sportine, si appoggia alla carrozzina tirandola all'indietro affinché le ruote anteriori si alzino, appoggia queste ultime sull'autobus e poi la solleva con forza entrando trionfante sul mezzo di trasporto arancione.
Posiziona la carrozzina accanto ad un sedile e si siede anche lei.
Una fermata, due, poi tre. All'improvviso la mamma salta su e a voce strozzata sibila alto un "si fermi". Era distratta, troppo tardi ha riconosciuto la fermata.
Ma ecco la voce burbera del conducente: "la faccio scendere, si tenga pronta".
Non c'è molto traffico, la strada tranquilla.
L'autobus si ferma di fonte ad un marciapiede un po alto, la donna sorride e regala un "Grazie, grazie mille" che risuona di gioia.
La stessa voce dello stesso conducente, non più burbera, consiglia: "stia attenta, c'è il maciapiede".
La donna scende, senza problemi. Vale quanto e più di un uomo nel maneggiare carrozzina e sportine pesanti.
Dopo qualche minuto l'autobus giunge ad una nuova fermata. Sale un po di gente.
Una voce gentile d'autista dice "buongiorno".

Un
po malferma sulle gambe ma vivace nel viso.
Si alza e si dirige alla porta centrale dell'autobus; fortuna che la strada è dritta e il conducente delicato nella guida.
"mi scusi - strilla la signora con voce roca, malferma quasi quanto le gambe - per la Posta devo scendere alla prossima?"
Il ragazzo che tiene il volante in mano getta un'occhiata furtiva all'anziana donna attraverso lo specchietto. Poi volge lo sguardo in avanti, sta per accennare una risposta quando la signora strilla nuovamente con tono lamentoso "non so dove scendere e non posso camminare molto! ".
Il ragazzo tace. La signora tace. Tutto tace, tranne il rumore portentoso del mezzo in velocità.
Ma ecco l'autista che accosta.
"Scenda adesso Signora - tono affettuoso, voce gentile - la Posta è qua di fronte", si ferma.
Veloci si aprono le porte, lei si accinge a scendere come meglio può, ma prima di varcare la porta, si volta verso il ragazzo alla guida e "Le posso dire Grazie, giovane? E' stato molto buono, le auguro un ottima giornata".
Mi stupisce la sua fierezza nel pronunciare queste parole. Non più implorante, senza strilli, ma ferma e colma di una riconoscenza vera.
Un piccolo gesto. Un augurio sincero.

Grazie
per l'inaspettata, piccola lezione che pochi minuti d'autobus mi regalano al mattino.

venerdì 18 aprile 2008

Tuffarsi nella bella Rimini

rimini manifesti balneariAncora freddo.
Ieri il sole caldo splendeva nel cielo. Oggi ha dominato il gelo.
Pazienza, un maglione in più e tutto passa.
Il principio della bella stagione, tuttavia, ha già portato con se i primi turisti: aspiranti bagnanti pieni di soldi e speranze (adesso? ma l'acqua è gelida! - Ebbene si, adesso!).
Sarà che nel loro Paese d'origine il freddo è più freddo, però non capirò mai come in questo periodo pretendano di andare al mare, che certo, è tanto bello da vedere, ma non così caldo da suscitare voglia di immersioni. Pazienza anche qui, ognuno segua i propri desideri.

Ma mentre riflettevo vagamente sul masochismo del turismo primaverile, questa mattina mi sono imbattuta nel nuovo manifesto balneare della città di Rimini. Troneggiava felice accanto ai volti distratti di uomini politici; quella grande R rossa non cattura lo sguardo, lo pretende.

Sono trascorsi un bel po di anni da quando l'amministrazione comunale di Rimini ha riesumato questa antica tradizione. Ogni anno commissiona un nuovo cartellone pubblicitario della stagione turistica; nella realizzazione coinvolge artisti locali e grandi nomi della Riviera. Da Gruau a Toccafondo, da Manara a Jovanotti, da Giovagnoli ad Echaurren. Nel 2008 è il turno di Morosini, un giovane grafico autore della raccolta "Dividirimini", libro fotografico dedicato ai bagnini.

Più tardi, cercando dettagli sulla storia del nuovo manifesto, googlando googlando, ecco la bella sorpresa della giornata: Balnea Musem - il museo virtuale dei bagni di mare e del turismo balneare.

Un sito/museo dedicato alla storia del turismo balneare!

Me ne sono innamorata al primo sguardo, tuffandomi senza esitazione tra fotografie, cartoline, manifesti, storie.

Ho ritrovato tutto il calore dei sogni che adornavano la bella Rimini, il mito della Riviera, del Grand Hotel, di Amarcord.

Ho visitato le stanze delle cartoline d'epoca, la spiaggia vista da Fellini i bagni del Duce e tanto altro ancora: infine, la storia e i manifesti balneari che cercavo, tradizione antica, come accennavo, ripresa negli anni novanta.

E' stato un bel viaggio, tra bagnini e bagnanti, tra luoghi conosciuti, volti anonimi e sorrisi pieni di salsedine.

L'estate non è ancora arrivata ed è decisamente presto per concedersi un bagno a mare.

Però un tuffo in quasi due secoli di storia, val la pena.

martedì 15 aprile 2008

Destra Sinistra - di Giorgio Gaber



Tutti noi ce la prendiamo con la storia
Ma io dico che la colpa è nostra,
è evidente che la gente è poco seria
Quando parla di sinistra o destra.

Ma cos'è la destra, cos'è la sinistra...
Ma cos'è la destra, cos'è la sinistra...

Fare il bagno nella vasca è di destra
Far la doccia invece è di sinistra,
Un pacchetto di Marlboro è di destra
Di contrabbando è di sinistra.

Ma cos'è la destra, cos'è la sinistra...

Una bella minestrina è di destra
Il minestrone è sempre di sinistra,
Tutti i film che fanno oggi son di destra
Se annoiano son di sinistra.

Ma cos'è la destra, cos'è la sinistra...

Le scarpette da ginnastica o da tennis
Hanno ancora un gusto un po' di destra,
Ma portarle tutte sporche e un po' slacciate
è da scemi più che di sinistra.

Ma cos'è la destra, cos'è la sinistra...

I blue-jeans che sono un segno di sinistra
Con la giacca vanno verso destra,
Il concerto nello stadio è di sinistra
i prezzi sono un pò di destra.

Ma cos'è la destra, cos'è la sinistra...

I collant son quasi sempre di sinistra
il reggicalze e' più che mai di destra
la pisciata in compagnia e' di sinistra
il cesso e' sempre in fondo a destra

Ma cos'è la destra, cos'è la sinistra...

La piscina bella azzurra e trasparente
è evidente che sia un po' di destra,
Mentre i fiumi, tutti i laghi e anche il mare
Son di merda più che sinistra.

Ma cos'è la destra, cos'è la sinistra...

L'ideologia, l'ideologia
Malgrado tutto credo ancora che ci sia,
è la passione, l'ossessione della tua diversità
Che al momento dove è andata non si sa
Dove non si sa
Dove non si sa.

Io direi che il culatello è di destra
La mortadella è di sinistra,
Se la cioccolata svizzera è di destra
La nutella è ancora di sinistra.

Ma cos'è la destra, cos'è la sinistra...

Il pensiero liberale è di destra
Ora è buono anche per la sinistra
Non si sa se la fortuna sia di destra
Ma la sfiga è sempre di sinistra.

Ma cos'è la destra, cos'è la sinistra...

Il saluto vigoroso a pugno chiuso
è un antico gesto di sinistra,
Quello un po' degli anni '20, un po' romano
è da stronzi oltre che di destra.

Ma cos'è la destra, cos'è la sinistra...

L'ideologia, l'ideologia
Non so se è un mito del passato o un'isteria,
è il continuare ad affermare un pensiero e il suo perché
Con la scusa di un contrasto che non c'è
Se c'è chissà dov'è
Se c'è chissà dov'è.

Tutto il vecchio moralismo è di sinistra
La mancanza di morale è a destra
Anche il Papa ultimamente è un pò a sinistra
è il demonio che ora è andato a destra.

Ma cos'è la destra, cos'è la sinistra...

La risposta delle masse è di sinistra
Con un lieve cedimento a destra
Son sicuro che il bastardo è di sinistra
Il figlio di puttana è a destra.

Ma cos'è la destra, cos'è la sinistra...

Una donna emancipata è di sinistra
Riservata è già un po' più di destra,
Ma un figone resta sempre un'attrazione
Che va bene per sinistra e destra.

Ma cos'è la destra, cos'è la sinistra...

Tutti noi ce la prendiamo con la storia
Ma io dico che la colpa è nostra,
è evidente che la gente è poco seria
Quando parla di sinistra o destra.

Ma cos'è la destra, cos'è la sinistra...
Ma cos'è la destra, cos'è la sinistra...

Destra-sinistra
Destra-sinistra
Destra-sinistra
Basta!

venerdì 4 aprile 2008

BookMooch: da oggi Scambio Libri


Il web è bello perché ogni click conduce ad una nuova scoperta.
Questa mattina l'ennesima prova: una ricerca su Google, due-tre pagine consultate, seguo un link, poi un altro, ed ecco BookMooch, un piccolo mondo che non ti aspetti.

Di cosa si tratta?
BookMooch è una comunità virtuale per lo scambio di libri usati.

Possiedi un libro che non ti serve più? Negli scaffali della tua libreria ci sono tomi e volumi che occupano spazio ma verso i quali non nutri interesse?
Con BookMooch puoi scambiarli con i libri che desideri e che ancora non possiedi.

Ecco come funziona:
- vi iscrivete (gratuitamente)
- inserite i libri che desiderate scambiare e ottenete dei punti; altri punti li otterrete ogni volta che invierete un libro
- i punti ottenuti vi servono per richiedere i libri desiderati agli altri utenti.
Ulteriori notizie sul sistema dei punti le trovate sul sito, facile e abbastanza gradevole da sfogliare.

Costi da sostenere?
Soltanto uno, quello relativo all'invio del libro.
Tuttavia, in fase di registrazione, potrete indicare se siete disponibili ad inviare i libri in tutte le nazioni del mondo, se preferite inviarli solo nella vostra, o se preferite decidere di caso in caso.

Trovo che l'idea di usare il web per incentivare lo scambio di libri sia buona, e BookMooch mi sembra un bel servizio. Certo, per funzionare bene occorre che il numero di iscritti sia ampio e soprattutto, che gli utenti mettano a disposizione dei libri.. è per questo che dedico questo post alla comunità dello scambio-libro, auspicando una biblioteca virtuale sempre più ricca.

Attualmente il catalogo italiano di BookMooch contiene 858 libri (contro i 186.374 in lingua inglese, senza considerare le altre lingue e Paesi)

Se desiderate altre informazioni o sfogliare i titoli disponibili, non vi resta che fare un giro su it.bookmooch.com

giovedì 3 aprile 2008

Liberiamo il Tempo

Questa sera ho ascoltato parole che descrivevano i vantaggi dell'organizzazione, in azienda.


Pensa ciò che devi fare
Scrivi ciò che devi fare
Scrivi ciò che hai fatto
Poi verifica gli scostamenti e riparti, verso il tuo obbiettivo.

Padroneggiare il tempo, distribuire i compiti, stabilire le priorità.

Ma non di solo lavoro viviamo.
Quando la sera chiudo alle mie spalle la porta dell'ufficio, veloce lo sguardo mi sfugge nel punto dove tramonta il sole; mi immergo nel rosa pungente e nei fasci dorati che squartano le nuvole.

Il giorno finisce, io inizio la vita.

Una vita di gesti ripetuti e pensieri monotoni: prendo l'autobus, comprerò il pane, cucinerò la mia cena, la consumerò in silenzio, accenderò il computer in camera per altre ore di ticchettio, tasti, mouse, schermo.

Organizzare il tempo di lavoro in ufficio è più facile di quel che si crede.
Ma saper riempire la nostra Scatola del tempo al di fuori, non lo è affatto.

* * *

Questa sera ho ascoltato parole asserire che il Tempo Libero non esiste.

Mentre esiste il Tempo Liberato.

Come esiste il tempo delle relazioni, del riposo, della lettura, della musica, della riflessione.

Tasselli importanti che non dobbiamo scordare e che anzi, si vestono di massima priorità nel momento in cui ci scopriamo ad anelare ad una Vita gustosa.

Riconoscere l'essenziale e il necessario: inserirli al sicuro nella Scatola.
Riservare le ore e le mezzore, o i cinque minuti, a ciascuna azione o incontro, in base all'importanza.

E poi, liberare un angolino per ciò che ci piace fare, per come ci piace essere.

Per noi e basta, per me.

Si, me lo voglio regalare questo Tempo Liberato, ne avverto l'essenzialità.

E imparerò a consumarlo, a raschiare il fondo delle dosi giornaliere; lo renderò irrinunciabile, lasciandomi annegare nel diletto del mio oblio.