lunedì 15 ottobre 2007

Domenica d'Ottobre

Soltanto 15 minuti.
basta poco per cambiare scenario e lasciarsi alle spalle semafori, ville, alberghi e bar.
basta poco per ritrovarsi a salire lungo ammassi di abitazioni rurali, caseggiati e trattorie, sollevati e trascinati dall'aria montana.
a dire il vero, l'idea di andare a raccogliere castagne non mi aveva allettata molto..ho rinunciato con cattiva voglia ad una domenica pomeriggio nata per poltrire sul divano.
invidio gli altri che cantano con spensieratezza, vorrei avere voglia anche io...
i loro spiriti sono frizzanti come l'aria ristoratrice e solari come questo sole autunnale, tiepido e gentile.
la cima spaccata del Maioletto risalta scura nella foschia di primo pomeriggio.
è una di quelle cime maledette, che nascondono storie genitrici di morte..storie cupe che alla luce del sole diventano affascinanti misteri, da osservare con sguardo sereno e distaccato, senza turbamento alcuno.

Quando siamo abbastanza in alto, mettiamo le auto a riposo e ripartiamo di gambe.
piano piano, mentre saliamo sul castagneto, inizio a riempirmi il cuore.
senza neanche accorgermene il mio umore è diventato lieto..

Tra una chiacchiera e una risata inizia la raccolta...per qualche istante vengo rapita dai colori autunnali, la più bella stagione dell'anno..dove il verde della vita amoreggia con il marrone della morte.
poi, chinandomi a terra, sorrido nel vedere i ricci che proteggono le castagne, come soldati armati di lance che fanno cerchio attorno alla loro regina.
Mi fanno quasi tenerezza, mentre mi sembra di ripetere gli stessi gesti da sempre.
le dita, delicatamente,
si insinuano nel riccio,
dilatandone i bordi,
con lievi movimenti pian piano,
afferro le castagne.
la fievole resistenza non mi impedisce di estrapolarle, portandole via con dolce violenza.
a volte sono più di una, alcune più grandi, altre più piccole.
le mie mani accarezzano con piacere quella superficie liscia, perfetta, tondeggiante.
riempiamo i sacchetti velocemente, quasi come ladri venuti a depredare la casa altrui.. ma non c'è paura di essere scoperti, rumorosamente segnaliamo la nostra presenza allo sguardo maternamente ammonitrice della natura che ci ospita.
senza rendercene conto, ci disperdiamo in gruppi sempre più piccoli, fino a ritrovarci da soli, alla fine del giorno..segnale che è il momento del ritorno, del ritrovo.

Eccoci, con i volti arrossati e i sorrisi accarezzati dalla soddisfazione, confrontarci i bottini, senza onore e senza lode.
ai piedi del castagneto c'è una radura, la esploriamo velocemente con lo sguardo, complici di uno stesso pensiero...
eccolo, laggiù era stato acceso un fuoco, cenere e legna consumata ne rappresentano i resti.
abbiamo con noi una padella forata, basta raccogliere qualche legno da ardere..
lestamente ci mettiamo alla ricerca, ognuno porta secondo le sue forze, anche i legnetti piccoli sono i benvenuti,
soprattutto a dire il vero.
non si accende il fuoco senza legnetti piccoli, i legnetti piccoli servono sempre.
lo tengo a mente mentre mi riscopro una di loro..
con metodo, rito ripetuto, la fiamma sorge timida a salutarci.

E ancora una volta si resta incantati..
è bello il fuoco.
è una magia il fuoco.
si diventa bambini davanti al fuoco.
riscalda il viso e abbraccia l'anima.
taciamo davanti a quel tiepido linguaggio, antico più dell'uomo.
senza tempo è l'attesa e poi sapore intenso, profumo che invade ogni senso, si diventa insensibili al calore pur di cibarsi del proprio frutto.

E' sera.
si ritorna a casa, in silenzio.
in macchina ho voglia di sparire, divento piccola, unificandomi con il sedile posteriore.
ho bisogno di raccogliere i pensieri, di trattenere il profumo e il calore della giornata, quasi senza respirare.
la montagna alleggerisce, pulisce..
c'è l'aria buona, diceva mia nonna, e l'aria buona purifica e porta via la sporcizia, la pesantezza.
quando ti entra nelle narici la senti pungere, perchè estirpa il male strappandolo e trascinandolo fuori.
la strada scende, per curve che sembrano scivolar via.. finché una rotonda annuncia il ritorno a casa.
una volta qua c'era un incrocio, bruscamente rude nella sua spigolosità.
ti costringeva a fermarti, guardare e ripartire.
il bello della rotonda è che sinuosa e infinita.
la rotonda è perfetta, non ha spigoli, non costringe a movimenti recisi, non ha asprezze.
dolce confluenza di strade, potresti girare e girare senza smettere, accarezzandone i bordi fino a sparire, senza il palese bisogno di dover scegliere una direzione ad ogni costo..
persa in questi pensieri la trovo quasi seducente....

Forse perchè ormai mi sento in balia di questa morbidezza...
e perchè in fondo la rotonda è immagine di donna, come la castagna, come la curva della montagna, come questa luna quasi piena, che ci accompagna il cammino..
e la donna è ricordo di mamma, che culla con voce sottile, il sonno di una domenica di ottobre.

Queste parole risalgono a circa due anni fa.
Era un ottobre malinconico, il cuore soffocava nella solitudine.
Sembra così lontano adesso, eppure il profumo, il tepore, la consolazione di quella giornata mi appartengono ancora.
Questo ricordo mi strappa sempre un sorriso.
Con piacere lo lascio riaffiorare.

5 commenti:

  1. Quando dici che queste parole risalgono a due anni fa intendi dire che le hai scritte in passato vero?
    non è solo il ricordo ad esser vecchio.
    effettivamente noto un modo di scrivere un pò più acerbo.
    il pezzo finale merita: è consolante solo a leggerlo.

    Un saluto, F.G.

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  2. Esatto F.G., le ho scritte allora.
    La scrittura era acerba e probabilmente lo è tutt'oggi ;)

    felice di aver trasmesso consolazione, era il sentimento che sentivo nello scrivere.
    Ancora così vivo a distanza di tempo.

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  3. Veramente bellissime queste parole. Mi sono gettato in questa lettura in un sol fiato e ne ho assaporato i profumi. Mi viene una gran voglia di vivere questi splendidi momenti.

    Ti ringrazio per essere passata da me. Grazie per i complimenti; sono contento che ti siano piaciute le mie foto.

    Rispondo alla tua domanda: "Santa Rosalia" è il nome della Diga che si trova a pochi chilometri da Ragusa. Avrai modo di vederne ancora di foto scattate in quel posto, perchè ci tornerò appena avrò del tempo (che, come sai, adesso ne ho davvero pochissimo).

    Ti mando un grosso bacione!!!!

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  4. Osea, grazie a te per le tue parole. Sono lieta di averti fatto assaporare le sensazioni di quel giorno.

    E grazie per aver risposto alla mia domanda su Santa Rosalia. Spero davvero di veder altre foto di quel bellissimo posto ;)

    Dawor, grazie mille ^_^

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