lunedì 16 luglio 2007

La fioraia - Intro

racconto

Il sole sta calando, rosso, infuocato, ardente di passione per ogni pezzetto di mondo che lambisce, ultima carezza del giorno, poi il saluto e l'abbandono, domani il ritorno.
E' geloso fino all'inverosimile di ogni angolo di questo pianeta, ne ama i profumi portati dal vento, ne brama i colori intensi, quell'azzurro così fresco, il verde gioioso delle foreste e il bianco accecante dei ghiacciai.. proprio i ghiacciai con il loro candore lo inebriano a tal punto che non smetterebbe mai di guardarli, su di loro si trattiene per mesi senza concedere il conforto della notte.
Eccolo, adesso, mentre scivola via, lascivo e sofferente, insinuandosi smanioso tra i rami degli alberi un'ultima volta, come chi non ha la forza di lasciare il corpo dell'amato dopo una notte d'amore.


La solita tovaglia a quadri rossi e bianchi.
Il vapore sbuffeggiò in tondeggianti nuvolette appena lui scostò il coperchio.
"Sai - incominciò una voce di donna mentre nel frattempo mani di donna afferravano risolute un tegame bollente; sono dita che non possiedono quasi più sensibilità al dolore, nonostante abbia mani gentili di forma e d'aspetto, delicate nello sfiorare - oggi in negozio mi è successa una cosa... che definirei.. strana"
"Cosa tesoro?" - era già seduto, versò il vino nei bicchieri mentre lei sporzionava nei piatti.
"Un cliente nuovo.. una persona normalissima.. anche molto bello direi.. sui trent'anni... - raccontava lentamente, distratta, ma presto il tegame finì nel lavello e si sedette al solito posto - dicevo, è entrato in negozio, ha osservato tutti i fiori, li ha odorati, sfiorati, per un bel pò sai?"
"Non vedo cosa ci sia di strano.. magari era solo un pò indeciso"
"Bhe, fammi finire di raccontare - portò in bocca un primo boccone - e comunque buon appetito"
"Anche a te. Poi che ha fatto?"
"mmm... dopo aver girato per quasi un'oretta senza prendermi minimamente in considerazione, e dopo essersi soffermato con aria perplessa di fronte ad ogni fiore, si avvicina.. e mi chiede:
Gentile Signora, che fiore mi consiglierebbe per festeggiare un tradimento?"
"Ma dai! ma esiste un fiore simile?"
"Bhe..i fiori parlano! è un pò troppo salato forse, non ti pare?"
"No, per me è ottimo, ho capito che i fiori parlano, ma mica festeggiano i tradimenti.. o no?"
"Effettivamente ti dirò che non ho saputo rispondergli. Il fiore del tradimento è il fiore del sambuco, ma non credo serva per festeggiarli, vuoi altro formaggio?"
"No, non ti preoccupare, quindi?"
"Quindi cosa?"
"Che fiore ha preso?"
"Il sambuco! ha detto che ci avrebbe aggiunto dello champagne..." - portò alla bocca il vino, un pò seccata.
"Che ti prende adesso?" - lui sorrise ironico
"A cosa ti serve sapere di che fiore si trattasse?"
"Adesso non mi serve, ma non si sa mai. Devo imparare questi linguaggi dei fiori, a volte sei così impegnata che non riesco manco a parlarti..se però ti faccio trovare il fiore giusto, eheheh"
"...."
"Dai, non fare quella faccia - rise lui, bonariamente. Sapeva già che lei fingeva una stizza che non aveva.
E' il gioco della parti. E' bello fare le gelose. E' bello fingersi offese. In genere lui le sfiora la guancia con la mano e la rassicura, inutilmente dato che non c'è vera necessità, ma è ugualmente bello.
Come quando lui finge che il pasto presenta mille difetti: poco sale, troppo formaggio, troppo cotto, poco sugo, troppo abbrustolito, e alla fine invece il sapore è buono, ma è bello vederla stizzita e lamentosa, punzecchiarla, innervosirla e poi farsi perdonare.
In fondo sono solo semplici giochi d'amore. Non va bene niente e invece va bene tutto.
Il gioco del "se mi tieni il broncio è più stuzzicante fartelo passare".
"Comunque, resta il fatto che quel tipo non mi piaceva - lei riprese versando altro vino - era strano, troppo maliardo, sottile... non sò.. mi ha messa a disagio"
"Bhe, inizia a sperare che non diventi un cliente fisso allora, altrimenti dovrai ripassare il significato di fiori, piante ed arbusti!"
"Seee.. metto sul bancone un libro e gli dico: trovatelo!"
"Si, decisamente.. adesso è chiaro, otto anni fa sono stato conquistato dalla tua estrema e raffinata gentilezza"
"..."
"Bhe, se dovesse ritornare fammi sapere quali altre richieste ti rivolge, potrei fare di lui una cavia"
"Riesci a pensare ad una persona senza rivestirla di termini come cavia, esperimento, oggetto di studio e simili?"
"Si, quando penso a te mi viene in mente il termine "moglie": credimi, è sufficiente"
Molto probabilmente il secondo piatto avrà poco sale, o troppo condimento.
Il complice gioco della stizza ha preso il via.
Questa sera le luci della cucina e del salotto non resteranno accese a lungo.

Gli ultimi raggi del sole si aggrappano e si strappano dai rami degli alberi neri, mentre inevitabilmente il cerchio di fuoco scivola via dietro l'orizzonte. Folle e inconsolabile, si chiede chi mai allieterà questo mondo mentre lui ricopre l'altro mezzo.
Un ultimo raggio, troppo innamorato del luogo, si avvinghia alla Luna per continuare a sbirciare.

12 commenti:

  1. Dony è davvero un bellissimo racconto *_* molto enigmatica questa intro,scommetto che ci saranno molte sorprese e colpi di scena ^^ poi scrivi davvero bene *_*


    aspetto con impazienza il primo capitolo!!

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  2. E' davvero ben scritto e interessante Donatella, ti faccio i miei complimenti! Attendo il resto, un bacione!

    Dario

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  3. Dona sono curiosissima su questo racconto.
    Continualo, mi raccomando! E complimenti per il modo in cui scrivi. Bellissimo. Soprattutto le parti descrittive!^^

    Ely

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  4. Me lo stampo e lo leggo con calma.. :)
    Si, i nomi hanno importanza e racchiudono una vita propria. Vanno scelti con cura e, di solito modellano il personaggio a propria immagine e somiglianza.

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  5. E' da un pò che non passavo e a dire il vero sto per andarmene in vacanza, ma un saluto non volevo negartelo.

    I paragrafi in corsivo che incorniciano il dialogo tra i due sposini non mi dispiacciono per nulla. Amo molto il tramonto, ma non l'ho mai visto come un abbandono.
    La tua è una visione stimolante.

    Dai, anche se sarò sotto l'ombrellone ti seguo; vediamo COSA mi combini.

    Un saluto,

    F.G.

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  6. grazie per il commento. sono contento che alcune mie foto ti sono piaciute.

    qui, da te, leggo tante belle frasi, cosa che mi spinge a tener d'occhio il tuo bel blog.

    ciao, alla prossima ;)

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  7. Dona, che bel racconto!! :occhidolci:

    "Gli ultimi raggi del sole si aggrappano e si strappano dai rami degli alberi neri, mentre inevitabilmente il cerchio di fuoco scivola via dietro l'orizzonte. Folle e inconsolabile, si chiede chi mai allieterà questo mondo mentre lui ricopre l'altro mezzo.
    Un ultimo raggio, troppo innamorato del luogo, si avvinghia alla Luna per continuare a sbirciare." Questo pezzo poi, non so perchè, mi ha commosso. E' molto nostalgico....

    Bacioni!

    Marco (SdG76)

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  8. mi stupisce sempre la bellezza della tua scrittura. è davvero...di luce marea.
    se abiti a roma, o se un giorno passerai, spero tanto potremo incrociarci.
    lavoro con le parole e le tue sono davvero speciali

    francesca

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  9. Grazie di cuore a tutti voi, sono felice abbiate apprezzato ;)

    FG pensa a rilassarti sotto l'ombrellone, io prenderò il tuo posto tra una ventina di giorni e credimi, guarderò solo tramonti

    Francesca, non abito a Roma, ma è spesso meta dei miei viaggi,
    ci sarà occasione ;)

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  10. http://xoomer.alice.it/ametistaeglicine/Home.html

    questo è il link del nuovo sito di poesia, ti va di inviare un frammento?

    bye
    lu

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  11. Il correttore automatico non mi è molto simpatico! Spesso non conosce le parole che uso, segnala come errori i nomi dei personaggi e le località. Lo uso, si, ma che stress... poi quando comincio a stancarmi delle false segnalazioni, capita il vero errore e mi sfugge! :(

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  12. Il correttore va istruito, giustamente. Ma prima ho tralasciato un dettaglio: io non utilizzo un solo computer per scrivere. Scrivo ovunque, a casa sul mio imac, al lavoro, nel tempo libero, su un pc, in vacanza, con il portatile e/o dal pc dell'albergo se il portatile non ce l'ho con me. Diventa quindi complesso il dover istruire i correttori di tutti questi pc, per ogni storia che scrivo. Poi... per semplicità, cerco di usare lo stesso editor su ogni macchina e, per di più mi annoiano i software troppo "pieni" di gadgets (come word). Quindi viva il text edit del macintosh (che ha il correttore ortografico in linea) e, su windows, wordpad (che invece non ce l'ha). Scrivo in rtf e importo il tutto solo alla fine, su word, perché me lo impone la casa editrice!

    Capisci che, in questo modo gestire il correttore diventa una scocciatura! :)

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