sabato 19 gennaio 2008

L'Estasi del Sogno

sognoHo ripreso da poco a possedere i miei sogni ad occhi chiusi.

Per un lungo periodo ho subito l'incapacità di trattenere il ricordo del sogno notturno al risveglio.

Il suono della sveglia strappa la mente con troppa violenza dall'onirico mondo del riposo.
E così al mattino, mentre schiudo malvolentieri gli occhi e mi costringo ad afferrare la percezione del dovere di alzarmi, la mia mente vaga vuota, senza ricordi, senza nessun sentore del tempo appena trascorso.

Altre volte invece l'esistenza di quel mondo fantastico aleggia nello spirito, ma fatico a trattenere le immagini, ad afferrarle mentre furtive scivolavano via come acqua di fonte.
Sensazioni indefinite eludono la presa delle dita, ancora troppo intorpidite da Morfeo.

L'insonnia poi, mi costringe spesso a delirare in dormiveglia.
In quello stato confuso in cui il sogno non possiede contorni.
E ricordo solo visioni spiacevoli, di persone amate che feriscono o che vengon ferite.
Un subire, un fuggire, poi un indugio, una forte attrazione, un volteggio di passioni e paure, e dolore, e silenzio.
Ma ancora una volta, solo qualche frammento persiste alla luce del mattino.

Brandelli preziosi che custodisco come tesoro nel mio cuore.
Durante il giorno tento di riviverli, sperando nell'apparire di ricordi più limpidi.
Rincorro i mie sogni perduti con tutte le mie forze.

Ma perché è così importante possedere le visioni notturne della mente?

Oh, io lo conosco il motivo...

I sogni sono la parte mancante di noi stessi, sono la nostra nudità celebrale, i nostri sentimenti svestiti dalla razionalità, dal contegno, dal senso di giustizia, dalla morale, dal controllo, privi del limite del corpo, della pesantezza, della morte.
Si, privi della morte.
Nel sogno non possiamo morire davvero eppure possiamo provare questa sensazione infinite volte. Prigionieri di una replica instancabile, ma privi della condanna mortuaria.

Nel sogno soffriamo atrocemente, vittime agghiacciate e urlanti di un dolore senza voce.
Nel sogno diventiamo carnefici, impassibili, curiosi, senza timori o dispiaceri.

Nei miei sogni c'è un'altra me stessa che conduce una vita parallela, che veste un sentimento diverso ogni notte, che gioca con le persone che io amo, e lei le ama a sua volta e le odia anche, liberamente, con sfregio, si fa maltrattare e poi dopo maltratta.
Di soffrire lei non ha paura.
Il dolore lo vive fino in fondo, si lascia contorcere le viscere, si piega, poi si rialza e mi guarda deridendomi...Perché in fondo nulla è accaduto.

Io sò che quella parte di me stessa che giace nel sogno è la mia IO più vera.

Lo sò.
E ogni mattina ne cerco i frammenti in quell'estasi di vigile intorpidimento.

Ho ripreso da poco a possedere i miei sogni ad occhi chiusi.

L'impegno quotidiano ha iniziato a concedermi i suoi frutti.
Addirittura alcune mattine riesco a rivivere sogni interi. Tutta la trama, tutte le sensazioni della visione trascorsa.

Per paura di vederli sfuggire da un momento all'altro, ho iniziato a scriverli.

Prendo appunti su dei piccoli pezzi di carta disposti sopra il comodino.
A volte, quando le immagini trattenute sono particolarmente accese, faccio uso di matite colorate o pastelli. Alcuni sogni non possono essere cantati con le parole, serve l'interpretazione del colore.
Poi, i piccoli pezzi di carta, prendono posto tra pagine di libro.

Il mio Libro dei Sogni è un libro color canapa, regalatomi il giorno della Laurea da una ragazza con la quale condividevo libri e scritture.
Non l'ho mai usato, non ne avvertivo il bisogno.
Adesso, il vuoto delle pagine lascia il posto ad un mondo fantastico e imprevedibile.

E' un omaggio che concedo a me stessa,
o meglio,
alla me stessa che alberga nei miei racconti notturni.

Perché ormai, che ho imparato a sognare, non smetterò....

6 commenti:

  1. bentornata carissima.
    Pensavo ti fossi dimenticata del blog, invece eri assorta a sognare.

    Con questo post ti sei fatta perdonare il tempo in cui ci hai lasciati soli.

    Ora, non scappare di nuovo ;)

    F.G.

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  2. tesoro che post meraviglioso sai è una cosa che vorrei tanto iniziare anche io, un libro dei sogni, perchè anche io ho questa fastidiosa sensazione che le immagini scivolino via tanto più in fretta quanto più uno cerca di trattenerle...

    che belli i sogni. sono una delle cose che nessuno potrà mai toglierti.

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  3. >che belli i sogni. sono una delle cose che nessuno potrà mai toglierti.

    Io, onestamente, certi sogni...anzi incubi miei ( in realtà incubi è improprio, visto che non mi fanno nemmeno paura quando sono lì ), non dico " venderli", ma proprio li getterei nel rusco.

    Comunque i sogni che faccio rappresentano l'unico caso al mondo in cui il training autogeno funziona su di me in qualche modo.
    Basta ripetermi un paio di volte " ricorda" prima di dormire e appena mi sveglio rammento tutto.
    A quel punto basta avere un blocco d'appunti a portata di mano...

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  4. tranquillo F.G, non scappo, ma purtroppo sono un incostante, chiedo perdono ;)

    Giulia, io il mio Libro dei Sogni l'ho iniziato e sono felice ed emozionata come una bambina! Non pensavo potesse diventare un esperienza di tale portata *_*

    Marco, complimenti, io ancora non riesco ad "obbligarmi" a ricordare, spesso al risveglio avverto proprio il sogno svanire...
    Gli incubi li ricordo di più, e non getto mai niente, di ogni visione ricordata segno traccia ^_^

    Mi sto appassionado!

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  5. >a ricordare, spesso al risveglio avverto proprio il sogno svanire...

    Eccerto, più passa il tempo più la memoria mangia via tutto. Bisogna proprio trascriverlo subito, e per subito intendo appena apri gli occhi.
    Anche qui, basta un po' di allenamento. Però certe volte è importante anche quello che rimane, almeno credo.

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  6. Troppa grazia concessa al sognare. Nei sogni il tuo io gode o soffre di maggior libertà, ma non si muta nel Sé centrale e spirituale. È soltanto meno convenzionale, ma sempre sotto il velo dell'incoscienza che chiamiamo "morte". Il tuo centro universale e superiore non comunica con il tuo crederti consapevole semplicemente perché quella che tu consideri consapevolezza è un'altra cosa, non è il vedere diretto e immediato, privo della decodificazione mentale che ti sei convinta sia razionale, ma solo il frutto di convenzioni eccentriche e orientate al basso buon senso generalizzabile. Il tuo Centro, per rivelarsi alla tua ordinaria coscienza deve prima sapere che tu hai il coraggio e la forza di saper perdere la faccia, in modo da poter scostare il tuo ego superficiale per far posto alla centralità universale del Sé comune a tutto l'esistente, del quale sei un riflesso individuale. Non è una semplice formula, ma la si può dire in questi termini: scansare il tuo io per lasciar sgorgare il "non tuo" Sé. Stai forte e bene.

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