martedì 12 giugno 2007

Le Notti della Mancanza

C'erano notti in cui la Nostalgia le invadeva gli occhi con ondate improvvise di umido sale.

C'erano notti in cui l'Assenza bussava feroce alle pareti di un cuore in tumulto.

C'erano notti in cui si sentiva Perduta, troppo lontana per restare avvinghiata nella presa di quell'invisibile braccio chiamato Radice.

Erano le Notti della Mancanza, dove voci di sirene cantavano ricordi e conducevano il pensiero con sublime strazio, lo ingannavano, lo ammaliavano, usando omeriche seduzioni tentavano di rapirne anche il corpo per ricondurlo alla sua terra.
Terra dura, capricciosa, così difficile da modellare, ma che conservava ancora forma di quel corpo mancante.

Erano le notti in cui in preda all'angoscia si domandava se fosse giusto, se fosse consentito, se fosse naturale Vivere Separata, aver scelto la Distanza, aver chiamato casa altre mura, le dita della mano hanno senso solo se restano insieme, attaccate nel punto preciso in sui sono nate, ti strapperesti forse un dito per posarlo in un altro punto del corpo?

Erano le notti in cui tutto sembrava un Errore e la Solitudine urlava e sbatteva e sfiniva ogni forza.
Erano le notti in cui anche la propria voce singhiozzante sembrava Voce di Terra Straniera.

C'erano notti in cui si sentiva morire come quel sole rosso fuoco che si spegneva lontano, nel suo mare, ogni sera, mentre il campanile, eterno e sconfitto, suonava muto la maliconia degli esuli.

Erano le notti in cui sapeva che l'indomani il sole avrebbe illuminato un cielo diverso e uguale, perchè l'azzurro che ci copre è sempre lo stesso azzurro e ci sorveglia,
noi e le nostre case lontane,
noi e le nostre persone strappate,
noi e le nostre scelte malate.

5 commenti:

  1. non sono scelte sbagliate, sono scelte.
    se veramente fossero così palesemente errate e innaturali, forse la "Lei" di questo pezzo sarebbe già tornata a casa sua.

    la strada che "ha" preso è difficile per chi così profondamente ama la sua casa, ma l'hanno altri prima di noi e lo faranno altri dopo: prendere un strada che conduce lontani.

    Se ti dico "la mente sul posto e il cuore sempre a casa" ti ricorda qualcosa?

    F.G.

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  2. Caro F. (visto che continui a "puntarti") ho provato sulla mia pelle che per vivere bene in un luogo, non solo la mente, ma anche il cuore deve trovare dei nuovi legami..

    altrimenti si resta in un limbo, senza stare bene più in nessuno dei due luoghi (se son due), senza più sentirsi completi del tutto in nessun posto.

    Quando quel "qualcuno" i rivolse quella frase, lui sperava in un mio pronto ritorno.

    Ma per chi non torna, lasciare il cuore al proprio nido non è possibile.

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  3. marea di luce, conosco il sapore di queste notti, ascolto il loro suono, sono pervasa da incanti e tristezze.

    p.s. ti ho messo fra i blog amici della rivista silmarillon.it, spero ti faccia piacere.

    un caro, caro saluto

    da francesca - mulino di amleto

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  4. Mareuccia, le notti tormentate sono necessarie, lo sappiamo bene ^__^

    e alla fine per quanto difficili, sono forse quelle che ricordo con più piacere, perchè in quelle notti mi sono sentita molto più viva che in altre occasioni ^__^

    Tu però cerca anche di dormire la notte, non di soli viaggi mentali vive l'uomo ^___^

    Ale

    ps: passa a trovarmi che ho aggiornato il sito ;)

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  5. grazie Francesca, del resto queste notti sono familiari agli animi delicati.

    Mi fa piacere essere aggiunta nei blog amici di una delle più belle riviste online che conosco, e come ti dicevo nella mail, sarò lieta di linkarla a mia volta da questo blog (appena ho un pò di tempo per metterci mano di nuovo ^_^ )

    Un caro saluto anche a te ;)


    @Ale: prometto che entro il fine settimana pubblico "quel" post ^_^

    sono giorni veloci, troppo, la mente stanca mi impedisce di concluderlo come vorrei.

    Beata te che sei già in ferie , eheh ^^

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