martedì 11 dicembre 2007

Ma che bello il presepe di sabbia....2

Così fragile, così delicata.
La sabbia sembra esser l'ideale per rappresentare la Natività.
Una manifestazione effimera, un istante unico, magico.
Eppure pesante. Che ha cambiato vite.
Che ha legato sotto un unico filo “chi crede” e “chi non crede”.

La sabbia si compatta, di lascia plasmare per assumere forma di viso umano.
Granelli abbracciati che restituiscono vita ad un immagine, che raccontano una storia impetuosa, un gesto e una parola scrosciante.
La compattezza di un momento pronto a sbriciolarsi l'istante seguente.

Noi uomini, tutti, siamo mutevoli, in continuo cambiamento.
Siamo statue di sabbia che si distruggono in ogni istante, per riemergere subito dopo in una nuova forma.

Siamo pronti a sbriciolarsi, esistiamo adesso, esistiamo dopo, esistiamo prima, e siamo sempre diversi. Siamo frammenti. Siamo inconsistenti.

Siamo tutti manifestazione effimera, come questa Nascita.

Eppure siamo.

E ciò che conta è il segno che lasciamo...
l'impeto e i gesti che seminiamo prima di disfarci nell'intangibile evanescenza dell'epilogo.

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